Parole nuove dai giornali

Livello zero: la grande spianata vuota che rimane nel luogo in cui a New York sorgevano le Torri gemelle, rase al suolo da un attentato terroristico l'11 settembre 2001; in senso figurato, lo zero, il nulla.

• [tit.] L'ingresso di Atocha: il Ground zero degli spagnoli (Avvenire, 17 marzo 2004, p. 4, Primo piano).
• Sono passati dieci anni e «il sindaco fa il suo mestiere -- dice [James] Nachtwey, uno dei più grandi fotoreporter del mondo, newyorkese dal 1980 --. È giusto pensare alla ricostruzione. Però i nomi hanno la forza di un fatto storico. Non sono un cartello che si può cambiare a comando. Vedremo se la gente smetterà di dire Ground Zero. Intanto io continuo a chiamarlo così». Come fecero per primi due conduttori tv la sera dell'11 settembre 2001, con un'espressione usata per evocare l'epicentro di un'esplosione nucleare. (Michele Farina, Corriere della sera, 8 settembre 2011, p. 27, Esteri).
• Per tutta la notte le autorità hanno parlato solo di una dozzina di morti e hanno detto che il grande terminal del porto continuava a funzionare normalmente. Ma dal mattino di giovedì sono cominciate ad arrivare immagini da «ground zero»: bacini di stoccaggio per sostanze chimiche sventrati, al loro posto crateri nel terreno, piazzali dove erano parcheggiate migliaia di vetture pronte per il mercato cinese spazzati da un vento rovente e distruttore. (Guido Santevecchi, Corriere della sera, 17 agosto 2015, p. 1, Prima pagina).